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Tanto per sapere

Le Grand Bleu di Luc Besson, recensione e scheda del film

19 Maggio 2011 , Scritto da Stefania S. Con tag #Cinema - trame e recesioni

3515457647_24acec5928.jpgIl 1988 è l’anno in cui in Francia approda nelle sale cinematografiche Le Grand Bleu di Luc Besson, film in cui il mare con i suoi misteri, le sue bellezze indiscusse e le sue insidie, funge da trait d’union tra i due protagonisti rivali-amici, entrambi amanti delle immersioni. Besson coglie nel segno e il film in breve diventa un vero e proprio cult.

Scheda del film

La pellicola, che rientra nel genere drammatico, è stata girata tra la Francia, gli stati Uniti d’America e l’Italia e conta ben tre versioni di cui una originale di 132 minuti, una americana più breve e un’ultima, la più lunga, di 168 minuti, datata 1998. Nel cast vengono arruolati interpreti del calibro di Jean Reno, coadiuvato da Jean-Marc Barr, Rosanna Arquette e Sergio Castellitto. Ma sono le musiche di Eric Serra a far aggiudicare al film il premio César del 1989 per miglior musica e miglior sonoro. Corre l'anno 2002, quando la pellicola viene finalmente distribuita anche nelle sale italiane, uscita osteggiata da una querelle che ha tenuto banco a partire dal 1988 e che ha visto coinvolto l’apneista Enzo Molinari, riconosciutosi nella versione romanzata e, a parer suo, poco lusinghiera di uno dei due protagonisti.

Recensione

Besson nel film racconta di una rivalità annosa tra i due protagonisti, l’italiano Enzo (Jean Reno) e il francese Jacques (Jean-Marc Barr ). Amanti del mare e delle apnee sin da piccoli, essi si ritrovano da adulti a contendersi il titolo mondiale di immersioni subacquee. L’azione infatti cambia spesso d’ambientazione passando dalla Grecia, al Perù, alla Sicilia, tappe in cui hanno luogo le varie gare che vedono protagonisti Enzo e Jacques. La lente di ingrandimento è posta per lo più proprio sul rapporto tra i due subacquei. Besson consegna al pubblico due personaggi forti, diversi e complementari nello stesso tempo, lasciando che l’introversione irriducibile di Jacques, i suoi silenzi, la sua venerazione per l’acqua e le sue creature, il suo fare schivo e a volte scontroso fungano da perfetto contraltare alla spontanea immediatezza di Enzo, a quella sua sbruffoneria, a quei suoi modi spavaldi e 'caciaroni'.

La fotografia è incantevole, a volte mozzafiato. La scenografia impeccabile e convincente. Un film da non perdere, che accompagna lo spettatore quasi verso una dimensione onirica, e che sembra lasciare in bocca il sapore del mito.

hungry seagulls

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